Storia della CQC

La carta di qualificazione del conducente (in sigla CQC) è un titolo abilitativo, attestante le capacità professionali di quei soggetti già in possesso di una patente di guida di categoria superiore (C/C+E, D/D+E), che consente di svolgere attività di carattere professionale legata all’autotrasporto.

Esistono due tipi di CQC: quella per il trasporto di merci e quella per il trasporto di persone. Si può essere titolari di una sola o di entrambe le qualificazioni.

La qualificazione iniziale dei conducenti dei veicoli delle categorie di cui sopra, adibiti al trasporto di cose o di passeggeri, è diventata obbligatoria in seguito all’emanazione della Direttiva europea 2003/59/CE, recepita in Italia con il Decreto legislativo 286 del 21/11/2005.

La CQC ha validità quinquennale e va rinnovata attraverso la frequenza di un corso di formazione periodica della durata di 35 ore. A fine corso non è previsto, in genere, alcun esame, tuttavia le CQC scadute da oltre tre anni non possono essere rinnovate secondo questa modalità e, pertanto, i titolari dovranno sostenere due esami a quiz informatizzato, uno per la parte comune, l’altro per la parte specialistica. Come la patente di guida, anche la suddetta carta è dotata di 20 punti e, in caso di infrazione commessa con il veicolo professionale, i punti vengono decurtati da quest’ultima e non più dalla patente. La CQC era, precedentemente, legata a una specifica patente di guida e non aveva alcun valore se presentata senza di essa o con una patente diversa. Dal 18 aprile 2013, al momento del rilascio o del rinnovo della CQC non viene più rilasciata una nuova tessera, ma una nuova patente con l’aggiunta del codice armonizzato “95″ sul retro. Si avrà quindi un unico documento nel quale verranno indicate, oltre alle categorie possedute, anche il tipo di CQC e le relative scadenze. Chiunque lo smarrisca è tenuto a richiedere un duplicato presso l’ufficio della Motorizzazione Civile competente per territorio.